AstratTO n.8, 2010 cm 24×33, penna su carta

     

Pubblicato in disegnato | Commenti disabilitati su AstratTO n.8, 2010 cm 24×33, penna su carta

AstratTO n.7, 2010 cm 24×33, penna su carta

     

Pubblicato in disegnato | Commenti disabilitati su AstratTO n.7, 2010 cm 24×33, penna su carta

MAYDAY 2010: preghiamo San Precario…

…CHINI SUL GRASSO ASFALTO DI MILANO!

   OH SAN PRECARIO
   fa’ che non piova durante le nostre esibizioni,

   concedici una porzione adeguata di spazio ed un buon selciato,

   acquieta gli animi bellicosi di taluni ambulanti,
   dona copiosamente intelligenza e sensibilità agli Urbani ,
   convinci gli amministratori comunali a ripristinare di tanto in tanto il manto stradale,
   punisci severamente burocrati ottusi e ladri di spicci,
   accendi di entusiasmo gli spettatori e inducili ad un’offerta sempre lauta,
   preservaci dal mal di schiena,
   proteggi i nostri OCCHI e GINOCCHI.
   
 

 

Pubblicato in fatto per strada, scritto | Commenti disabilitati su MAYDAY 2010: preghiamo San Precario…

PLAY MANDALA, 2005 olio su tela-cm 100×100

     

Pubblicato in dipinto | Commenti disabilitati su PLAY MANDALA, 2005 olio su tela-cm 100×100

Nudo femminile (non finito), 2000 cm120x70, olio su tela

     

Pubblicato in dipinto | Commenti disabilitati su Nudo femminile (non finito), 2000 cm120x70, olio su tela

AstratTO n.6, 2010 cm 24×33, penna su carta

     

Pubblicato in disegnato | Commenti disabilitati su AstratTO n.6, 2010 cm 24×33, penna su carta

AstratTO n.5, 2010 cm 24×33, penna su carta

    

Pubblicato in disegnato | Commenti disabilitati su AstratTO n.5, 2010 cm 24×33, penna su carta

Achille e la Tartaruga 2002

ACHILLE, cm 90×90, olio e foglia oro su tela 

TARTARUGA, cm 90×90, olio e foglia oro su tela 

Siamo in ottobre. Sono circa dieci minuti, 15,che procedo verso casa in bicicletta e questo procedere lento eppure fatto di guizzi, fatica certo, e cambi repentini di marcia mi pare possa funzionare come strategia per la vita in generale. La mia è una città che non conosce alture di sorta ed è il luogo ideale per pedalare leggeri, magari in tandem, con la donna che ami e tuo figlio nel cestello, tra prati in fiore e profumati carretti di frutta seguendo il dolce ondeggiare e…

 “uè, tr’mò! Ci Stà a ddurm?”

…apostrofato in malo modo dal venditore d’ananàs, perché gli impedivo il passaggio tra le auto al semaforo,riapro gli occhi al mondo e riscopro il consueto inferno fatto di milioni di auto che, in modo convulso e frenetico, procedono strombazzando e spernacchiando fumi neri nell’aria (quella stessa che dovrebbe ossigenare i miei stanchi muscoli tesi). Giunto quasi a destinazione scorgo, dall’angolo di casa, qualcuno da evitare venirmi incontro, e, con abile manovra, lo evito. Fingo un inseguimento e non giro, solo che il finto inseguito è…Emanuele. Scapolo, quarantenne, ancora a casa coi suoi, iscritto a non so quale Facoltà, è l’unico dell’intero meridione, forse, a pranzare dalle 12 alla mezza. Fino alle quattro, poi, è lui il vero pericolo in strada: non sa che fare e adora chiacchierare. Vede che lo seguo, non crede ai suoi occhi, li sgrana, sbanda che quasi mi prende, sorride in modo sguaiato (credo sia il solo capace a farlo), mi ferma: “Aiuto!”. Io ho un difetto. Non riesco a dire di NO, a divincolarmi. Preferisco abbandonare me stesso, lasciarmi trascinare nel gorgo degli eventi. Sono ora come un terzo che osserva la scena del mio supplizio. Mentre un po’ tutti riposano già, solo si disperde rauco nell’etere dolce del primissimo pomeriggio, il racconto dell’ultimo capolavoro giapponese in onda sulle nostre reti: il cartoon dragonball che, come l’ascia al collo del condannato, Emanuele mi propina. Stavolta, però, l’arma del martirio si rivela motivo di grazia. Tra poco (Emanuele si spiace, si scusa ma deve proprio scappare) inizia il nuovo episodio. E poi, mi assicura, “lo vedonotutti!”. Tra tutti, i miei fratelli di 10 (e ci può anche stare) e ventiquattro anni (!?!). E così il pasto di quest’oggi è condito da grida atroci, spasimi e tonfi  fragorosi provenienti dal televisore. Grazie ad Emanuele (Grazie Emanuele!) oltre quei brandelli di corpi dilaniati mi tocca scorgere i brani laceri di un banale canovaccio: esseri terrestri ed extraterrestri, i primi buoni, gli altri cattivi, tutti dotati di poteri speciali, si contendono, in una lotta corpo a corpo e senza tregua, il dominio del pianeta. In questi duelli sembra riecheggino antichi miti privi, però, di intenti cosmogonici o alcun significato metaforico. Ben più visibile è invece il riflesso di recenti mode edoniste e vuote. Tuttavia, la deformazione dei corpi rappresentati, la loro abnormità ed ipertrofia sono testimonianza della tendenza innata a immaginarsi in una scala più alta, tanto grande da permettere all’uomo di affrontare l’assurdo e l’ignoto.

Poco rumore oggi basta a destarmi dal sonno leggero cui mi ero affidato per sfuggire alle ansie del quotidiano. Non riesco a rendermi conto quanto tempo sia passato e se abbia o no sognato. In quell’istante che esiste tra il sonno e la veglia, però, mi sembra di avere seguito la figura d’un guerriero antico muovere verso un prossimo sole, verso l’orizzonte che chiude la strada; il sole e lui impossibilitati a tornare perché sospesi in quadri dove irrespirabile è l’aria.

Ricordo, ancora oggi vivo, il fascino che, in terza liceo, esercitò su di me, per l’arguzia, Zenone di Elea con i suoi paradossi. Circa dieci anni dopo vedo muoversi, nitidi sul fondo sfocato del dormiveglia, i suoi personaggi appesi come pupi al soffitto della mia stanza; vedo Achille agitarsi scomposto e isolato nello spazio dorato mentre la Tartaruga pervade, con moto quieto, il poco spazio che la circonda e il suo guscio m’appare come un occhio al tempo stesso aperto e chiuso. 

Pubblicato in dipinto, scritto | Commenti disabilitati su Achille e la Tartaruga 2002

AstratTO n.4, 2010 cm 24×33, penna su carta

 my flickr

Pubblicato in disegnato | Commenti disabilitati su AstratTO n.4, 2010 cm 24×33, penna su carta

Mestiere antico

 

La mia prima tela è stato un muro, di casa abbandonata, ferrovia o statale, la mia prima pittura era di bomboletta. Poi, dopo un lungo periodo passato in aula/studio, conseguito l’attestato, anzichè inseguire il circuito dei circoli, ho ripreso la strada ammaliato dal richiamo della folla disomogenea e multiforme dove ogni incontro è possibile, dove è bello esibirsi, mettersi alla prova, ascoltare schiette, semplici parole senza perifrasi ed offrirsi come mezzo, figura anonima, maschera. Questa sarà la decima stagione in cui praticherò l’antico mestiere di madonnaro, in cui vi starò tra i piedi, di intralcio al vostro cercare compulsivamente con lo sguardo oggetti, corpi da desiderare acquistare, possedere. La mia tela sarà il selciato e i miei colori spariranno presto. E forse qualcuno (difficile sia adulto) qualcuno che non abbia ancora dipinto in volto a tinte vivide il terrore, si troverà a godere delle forme prima che scolorino, senza nostalgia, senza mediare o rimandare con un clic.

 
http://www.youtube.com/watch?v=00XTq62avhI 
 
 

Pubblicato in scritto | Commenti disabilitati su Mestiere antico